Un bel quartiere

Un bel quartiere, di Therese Anne Fowler. Neri Pozza, 2021

L’ho scelto perché la pubblicità lo consigliava a chi aveva apprezzato Tanti piccoli fuochi: una storia di conflitti tra vicini e all’interno della famiglia, in un’America contemporanea di cui la letteratura sta mostrando gli aspetti più critici. Si è rivelata, per quanto mi riguarda, una scelta felice: Un bel quartiere è un romanzo avvincente dalla cui lettura si esce, purtroppo, con l’amaro in bocca.

La narrazione ha uno stile cinematografico, con un narratore onnisciente che lascia intuire, talora, gli sviluppi futuri dell’azione. La prima inquadratura ci rivela una giovane ragazza, seduta ai bordi di una piscina.

Una casa nuova ed esclusiva in un vecchio quartiere qualunque. Su una sdraio vicino a una piscina, una ragazza che vorrebbe essere lasciata tranquilla. La nostra storia comincia qui, nei minuti che precedono un piccolo episodio che cambierà tutto. Una domenica pomeriggio di maggio in cui nel nostro quartiere regna ancora una pace sottile, fragile equilibrio tra vecchio e nuovo, noi e loro.

L’esito drammatico della storia è già contenuto nell’incipit. Di lì a pochi minuti Juniper, la ragazza della sdraio, incontrerà Xavier, il suo giovane vicino di casa. Si tratta di un ragazzo di colore, mentre Juniper è bianca e ricca.

Non è difficile immaginare che tra i due nasca presto un’attrazione, una relazione che affrontano con prudenza e timore: sono molto giovani e presto Xavier dovrà partire per  una prestigiosa università di San Francisco e coronare il suo sogno di diventare un chitarrista professionista. Juniper invece ha davanti a sé ancora un anno di college e,per di più, ha fatto voto di purezza nella congregazione religiosa locale, spintavi da Julia, la madre, che vede in lei il riscatto dalla sua tormentata giovinezza di ragazza madre.

Attorno a loro ci sono Brad, il patrigno di Juniper, ricco e famoso proprietario di una ditta di condizionatori che si è fatto dal nulla, erede del sogno americano. E Valerie, la madre di Xavier, una donna di colore che è rimasta vedova prematuramente ma che ha saputo portare avanti con dignità e coraggio la vita familiare e i rapporti con il vicinato.

E poi ci sono gli alberi, come la grande quercia secolare che sovrasta il giardino di Valerie, le cui radici sono state compromesse – sembra – dai lavori per la nuova villa di Julia e Brad.  Ecco tutti gli elementi e i personaggi più rilevanti della storia. Se l’esito drammatico è già anticipato nelle prime righe, è certo che la prima parte del romanzo è una felice  descrizione della vita di quartiere e di vicinato. È davvero piacevole, per esempio, il racconto della riunione del club del libro  a casa di Valerie, che rappresenta l’occasione per le donne del quartiere per incontrarsi, conoscersi e spettegolare sugli assenti:

Alla fine si mettevano davvero a parlare del libro, ma la prima parte della serata era dedicata agli spuntini e ai pettegolezzi.

Alzi la mano, chi frequenta un gruppo di lettura e non si riconosce in queste parole!  Mentre gli adulti si incontrano al club del libro o sul campo di golf, i ragazzi si vedono a scuola o nelle feste, con gli amori e le gelosie così tipiche di tutti i romanzi di formazione.

In realtà Un bel quartiere  è un romanzo che affronta  un numero notevole di questioni rilevanti e che restituisce un ritratto spietato della società americana contemporanea.  Temi importanti come l’ecologia, l’odio razziale e il sistema giudiziario vengono affrontati dall’autrice con una formidabile scioltezza narrativa che rimanda alla grande letteratura americana. Uno sguardo attento che l’autrice riserva anche ai personaggi, così reali nella loro ricerca di un riscatto sociale  e della propria identità.  Alla fine, il romanzo ci lascia un monito morale importante: tutte le nostre azioni hanno delle conseguenze, talora gravi.

Quella di Therese Anne Fowler è una  grande lezione di scrittura, una lettura che vi consiglio e che merita 5 stelle.

 

 

 

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