Tutti in coda alla cassa 19 …

Tutti in coda alla cassa 19 … per parlare di libri e di scrittura. L’occasione è da non perdere ed è il libro (romanzo, saggio, memoir, autofiction? I critici hanno speso sull’argomento più di qualche parola) di Claire-Louise Bennett (Cassa 19. Bompiani 2023). Un libro non facile ma che trasuda amore per i libri e un attaccamento quasi sensuale alla scrittura. La trama è quella legata al filo dei ricordi della narratrice che, da bambina, da giovane studentessa e, infine, da donna adulta affida alle ultime pagine del suo quaderno lo spazio della scrittura e dell’invenzione di racconti, citazioni, ricordi. In una sintonia di pensieri e di emozioni, riportata attraverso il flusso di coscienza, attraversiamo in ogni pagina mondi nuovi, dove la letteratura fa da padrona. Immagini ed emozioni si fondono nei quadri che disegnano l’autrice, ma dove ritroviamo un po’ di ciascuno di noi.

Cominciamo con l’immagine delle ragazze che scoprono la biblioteca e la possibilità di portare via quanti più libri possono:

Dopo avevamo spesso un libro con noi. Dopo. Quando infine siamo diventate un tantino più grandi anche se mai così grandi come gli altri, portavamo dei libri con noi. Oh montagne di libri. E andavamo a sederci sull’erba con quei libri, accanto all’albero. Un solo libro in effetti. Uno soltanto, giusto. Un sacco di libri, uno alla volta. Proprio così, uno alla volta. Non ci piaceva molto portarne a tonnellate, dico bene? No, non proprio, e neanche adesso. Sì, ci piace portarne uno adesso e ci piaceva portarne uno anche prima. Quando siamo andate in biblioteca, per dire, l’abbiamo perso subito il vizio di portar via vagonate di libri. Sì. Sì. L’abbiamo perso quel vizio. All’inizio prendevamo in prestito quanti più libri potevamo, ovvio. Il massimo. Dunque otto libri probabilmente. Il massimo è sempre sei libri oppure otto libri o dodici libri. A meno che non si tratti di una collezione speciale, ovvio, perché in quel caso il massimo può essere di soli quattro libri. E per cominciare ne abbiamo presi quanti più potevamo. Proprio così.

Nietzsche al supermercato

Ci stiamo proprio tutti dentro questa immagine,  accomunati da una colpevole complicità che  è l’ingorda passione per i libri. Una passione che, a quanto pare, traspare all’occhio più attento. Anche al cliente russo che passeggia attraverso le corsie del supermercato e raggiunge infine la cassiera della cassa 19, per consegnarle una copia di Al di là del bene e del male, senza aggiungere spiegazione alcuna.

… e io ho i nervi a fior di pelle perché è di una chiarezza ripugnante che il motivo per cui il russo ha ritenuto giusto regalarmi questo libro è perché sebbene io abbia più volte passato sullo scanner i suoi barattoli di sottaceti e le scatolette di pesce ricco di omega 3 senza pronunciare una sola parola salvo l’importo dovuto, la periodica presenza del russo ha comunque scosso un aspetto marginale e tuttavia rivelatore del mio temperamento e questo mi ha tradita, ha svelato un briciolo solitario della parte più profonda di me, e la prova è qui, proprio accanto a me, la prova che il russo è penetrato con lo sguardo nella mia carne agitata e tuttavia intatta. Dritto nelle rivoluzioni in costante accelerazione delle mie fantasie sommamente aberranti.

Cassa 19 è un libro da leggere con la matita in mano, per annotare i riferimenti letterari che l’autrice distribuisce tra le pagine: Ingeborg Bachmann, Tove Jansoon, Annie Ernaux, Anaïs Nin sono solo alcune delle scrittrici più volte citate. Ma non aspettatevi un romanzo “tradizionale” da portare in spiaggia e sotto l’ombrellone: non una trama ma tante pagine che raccolgono storie, pensieri ed emozioni in un complicato e rischioso viaggio che ha come meta la capacità di sentirci vivi:

le pagine che leggiamo ci fanno sentire vivi.

In ogni riga di Cassa 19 c’è la consapevolezza della gravità che regna nella scrittura. Ne va della nostra vita:

Voltare le pagine, voltare le pagine. Sì, è così che ho continuato a vivere. Vivere e morire e vivere e morire, pagina sinistra, pagina destra e così via.

A volte basta una frase. Una sola frase, ed eccoti lì, parte di qualcosa che è stato parte di te fin dall’inizio, qualunque sia questo inizio.

Il fascino di Cassa 19 è proprio  l’impegnativo percorso di immedesimazione con l’autrice per capire che ogni pagina di letteratura contiene  la vita: il percorso di ricerca della frase che ti rende parte di qualcosa che è stato parte di te fin dall’inizio. Buona lettura!

L’autrice

Claire-Louise Bennett è cresciuta nel Wiltshire, nel Sudovest della Gran Bretagna, ha studiato letteratura e teatro e vive a Galway, in Irlanda. Suoi racconti e saggi sono stati pubblicati su numerose riviste. Ha ricevuto il premio White Review Short Story nel 2013 e con Stagno, pubblicato da Bompiani nel 2019, è stata finalista al premio Dylan Thomas.

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