Un posto sotto questo cielo

Daniele Scalise, Un posto sotto questo cielo. Longanesi 2023

Eccomi con un nuovo consiglio di lettura e, questa volta, vi faccio fare un salto indietro nella storia. Si va ad una vicenda accaduta nell’800 e che, all’epoca, fece discutere ed indignare le autorità civili e politiche. Poi quella storia fu dimenticata, fino ai giorni nostri, grazie a questo romanzo e al film Rapito, presentato da Marco Bellocchio proprio in questi giorni al festival di Cannes.

La trama

Bologna, 1858. Le guardie papali si presentano alla porta della casa di Marianna e Momolo Mortara per sequestrare Edgardo, il loro bambino. Questi, pur nato in una famiglia  ebraica, apparterrebbe alla Chiesa Cattolica; pare, infatti, che la sua fantesca l’abbia battezzato credendolo in pericolo di vita.

E così il piccolo Edgardo viene strappato alla sua famiglia e portato a Roma, presso la Casa dei Catecumeni. Invano la famiglia cerca di convincere le autorità ecclesiastiche a restituire il bambino. A nulla valgono le reazioni dei leader internazionali. Il Papa è irremovibile e il caso di Edgardo Mortara diventa emblematico di una Chiesa che colpisce i deboli, anziché reagire ad una crisi irreversibile.

Edgardo, entrato nel noviziato dei Canonici Regolari Lateranensi ed educato alla religione cristiana, abbraccia la Chiesa e si rifiuta di ritornare in famiglia. Ordinato sacerdote a ventitré anni, inizia un pellegrinaggio di predicazione per convertire le genti al cattolicesimo, anche se con scarso successo. Negli ultimi venti anni, infine, si ritira in un convento di Liegi, dove muore nel 1940.

Un uomo alla ricerca di sé

Daniele Scalise, giornalista e scrittore, ritorna dopo quasi trent’anni sul caso Mortara. È del 1996, infatti, il suo saggio Il caso Mortara. La vera storia del bambino ebreo rapito dal papa. Ma questa volta, Edgardo diventa il protagonista di un romanzo che indaga i suoi pensieri e i suoi sentimenti e che restituisce il dramma della sua ricerca di identità. Tutta la vita per trovare se stesso, per trovare un posto sotto questo cielo e per uscire dal dubbio soffocante sulla sua natura e sulla verità della sua devozione:

Edgardo fu per soffocare.  Aveva forse mai dato motivo di sospettare della sua devozione? Gli risuonò il vaticinio del padre: era ebreo e lo sarebbe stato per sempre. Eppure, lui sapeva d’esser cristiano più di tanti che vi erano nati. Nessuno poteva dubitarne. Nessuno. Nemmeno lui stesso.

Edgardo è diviso anche tra l’affetto per i genitori e quello per il Papa, Pio IX, che ama come un padre e che, invece, si rivela un uomo crudele ed egoista. È significativo l’episodio in cui Pio IX  umilia pubblicamente Edgardo, ancora ragazzo, perché gli è rovinato addosso nel tentativo di abbracciarlo. Trova alla fine la riconciliazione con la madre, alla quale rivela il suo disagio per non averle dato tutto l’amore che meritava. Ma lei risponde con la tenerezza che solo una madre può, invocando su di lui la benedizione di Dio.

Ti benedico, figlio mio, e chiedo a Dio di far scendere su di te la sua di benedizione. Sono venuta perché volevo tu sapessi che ciò che sento per te resterà eterno.

E sullo sfondo delle vicende personali di Edgardo e dei Mortara, si muovono i protagonisti della grande storia, dalla seconda guerra di indipendenza  fino all’avvento del Nazismo, cui Scalise riserva l’ultimo e grottesco episodio del libro. Ed è così che la vicenda storica di Edgardo si trasfigura in quella che è la persecuzione antisemita più terribile della nostra epoca: la persecuzione degli ebrei ad opera dei nazifascisti.

Daniele Scalise

Daniele Scalise nato a Roma nel 1952, è giornalista e scrittore. I suoi campi di maggiore interesse sono la questione gay e l’antisemitismo. Come giornalista ha lavorato per la Quotidiani Associati, “L’Espresso”, “Panorama”, “Il Foglio”, ed è redattore della rivista “Prima Comunicazione”. Ha scritto “Cose dell’altro mondo. Viaggio nell’Italia gay” (Zelig editore, 1996) – un reportage sul mondo gay degli anni Novanta -; “Il caso Mortara” (Mondadori, 1996) – la storia del rapimento del piccolo Edgardo Mortara per mano delle guardie papaline nella Bologna di metà Ottocento; “I soliti ebrei. Viaggio nel pregiudizio antiebraico nell’Italia di oggi” (Mondadori, 2005) – un reportage sull’antisemitismo nel nostro Paese; “Lettera di un padre omosessuale alla figlia” (Rizzoli, 2008) – una lettera alla figlia Chiara sulla propria identità di gay e sul mondo omosessuale nell’Italia del 2000. Ha curato cinque volumi di “Men on Men”, raccolta di racconti gay (Mondadori 2002-2006).

Grazie a Longanesi per la copia omaggio!

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